Alla Scoperta della Stagionalità
Si tratta di un’iniziativa pensata con l’obiettivo di sensibilizzare verso il tema della stagionalità.
Quando si usa questo termine, si fa riferimento al rispetto della naturalità e del regolare iter di sviluppo di una specie vegetale che la porta a completare, nei modi e nei tempi ecologici, il suo normale ciclo di sviluppo, consentendole di produrre una componente vegetativa o fruttifera ottimale. Il concetto di ottimale non è casuale perché un ciclo di sviluppo svolto in questo modo garantisce che la pianta si autogestisca ed automentenga, garantendo alla stessa di essere in salute e naturalmente resistente alle infestazioni parassitarie. Dunque le specie stagionali sono proprio quelle che necessitano di un minore investimento in termini di tempo da dedicare alla loro coltivazione e di soldi da investire nella loro gestione e questo, inevitabilmente, si ripercuote anche sul prezzo con il quale i prodotti stagionali vengono messi sul mercato; indubbiamente più basso rispetto ai prodotti non stagionali. Questi ultimi, infatti, hanno alle spalle un ciclo biologico forzato, basato sull’ausilio di una notevole tecnologia, di strutture di sviluppo artificiali quali le serre, cicli di luce e buio regolati da lampade ad alto consumo ecc… insomma una serie di ‘necessità’ che portano ad un incremento del prezzo al consumatore nonché in un costo ambientale più alto, con aumento degli scarti e degli inquinanti.
Non va poi sottovalutato l’aspetto del sapore, perché un frutto o una verdura di stagione sono naturalmente più in salute rispetto ad un prodotto a maturazione forzata. Dunque si tratta di prodotti che, nel loro sviluppo, hanno saputo raccogliere dall’ambiente tutte le sostanze di cui hanno avuto bisogno; tutto ciò si riflette in un prodotto con un gusto molto migliore rispetto ad un ‘parente non stagionale’ nonché in prodotti più ricchi di Sali minerali, vitamine ed oligoelementi i quali rappresentano il non plus ultra del consumo di frutta e verdura.
Quando si usa questo termine, si fa riferimento al rispetto della naturalità e del regolare iter di sviluppo di una specie vegetale che la porta a completare, nei modi e nei tempi ecologici, il suo normale ciclo di sviluppo, consentendole di produrre una componente vegetativa o fruttifera ottimale. Il concetto di ottimale non è casuale perché un ciclo di sviluppo svolto in questo modo garantisce che la pianta si autogestisca ed automentenga, garantendo alla stessa di essere in salute e naturalmente resistente alle infestazioni parassitarie. Dunque le specie stagionali sono proprio quelle che necessitano di un minore investimento in termini di tempo da dedicare alla loro coltivazione e di soldi da investire nella loro gestione e questo, inevitabilmente, si ripercuote anche sul prezzo con il quale i prodotti stagionali vengono messi sul mercato; indubbiamente più basso rispetto ai prodotti non stagionali. Questi ultimi, infatti, hanno alle spalle un ciclo biologico forzato, basato sull’ausilio di una notevole tecnologia, di strutture di sviluppo artificiali quali le serre, cicli di luce e buio regolati da lampade ad alto consumo ecc… insomma una serie di ‘necessità’ che portano ad un incremento del prezzo al consumatore nonché in un costo ambientale più alto, con aumento degli scarti e degli inquinanti.
Non va poi sottovalutato l’aspetto del sapore, perché un frutto o una verdura di stagione sono naturalmente più in salute rispetto ad un prodotto a maturazione forzata. Dunque si tratta di prodotti che, nel loro sviluppo, hanno saputo raccogliere dall’ambiente tutte le sostanze di cui hanno avuto bisogno; tutto ciò si riflette in un prodotto con un gusto molto migliore rispetto ad un ‘parente non stagionale’ nonché in prodotti più ricchi di Sali minerali, vitamine ed oligoelementi i quali rappresentano il non plus ultra del consumo di frutta e verdura.
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DOTT. LORENZO TRAVERSETTI
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