Il Morbo di Crohn rappresenta una patologia infiammatoria a carico dell’intestino, la quale può interessare vari tratti dello stesso ma, nella maggioranza dei casi, si manifesta a carico del tratto terminale del tubo digerente, noto come colon. Può interessare sia il colon ascendente (generando un dolore maggiormente concentrato sul lato destro dell’addome), sia quello discendente (lato sinistro) oppure interessare l’intero tratto, comprensivo del segmento intestinale che unisce l’ascendente al discendente (noto come trasverso), risultando in un dolore sistemico addominale localizzato in corrispondenza dell’ombelico. Contrariamente a quanto si possa pensare, spesso questa patologia è connessa con uno stato di denutrizione dovuto ad un mal assorbimento di alcuni nutrienti (soprattutto vitamine e sali minerali) nonché, trattandosi di uno stato infiammatorio, di formazione di gonfiore dovuto alla fermentazione di alimenti mal digeriti che porta alla produzione di ingenti quantità di gas intestinale. Sebbene l’alimentazione non possieda alcuna capacità curativa su questa patologia, essa rappresenta comunque un tassello di un mosaico di corrette abitudini che non deve assolutamente essere trascurato. Diventa infatti fondamentale fornire al nostro intestino degli alimenti facili da digerire, non eccedendo in grassi o cibi ‘pesanti’ ma neanche in fibre, naturalmente considerate salutari ma che, in questi casi, possono favorire la peristalsi intestinale rischiando di svolgere un ruolo pro-infiammatorio. Nello schema riportato in figura, riporto un elenco di alimenti che sarebbe meglio evitare (o ridurre fortemente) nel caso dell’alimentazione di un soggetto sofferente di Morbo di Crohn, limitatamente ai periodi di maggiore incidenza della patologia. Se è infatti vero che, quando la sintomatologia appare maggiormente invalidante, è bene eliminare tutti questi alimenti dalla dieta, nei periodi in cui i sintomi appaiono gestibili oppure non si manifestano, è possibile assumere, senza eccedere, alcuni degli alimenti riportati tra quelli ‘sconsigliati’ nello schema, meglio se in piccole porzioni (un esempio su tutti, i legumi, specie se decorticati e/o frullati). All’eliminazione (o riduzione) di questi alimenti, deve seguire la messa in atto di importanti strategie alimentari, spesso classificabili come corrette abitudini:
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AutoreLorenzo Traversetti, Biologo Nutrizionista esperto in nutraceutica e dietetica applicata alla gestione della forma fisica e di stati patologici Archivi
Novembre 2018
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